mercoledì 7 marzo 2012

Altheo "Aperitivo in concerto": Material. Bill Laswell, Bernie Worrel.

Altheo "Aperitivo in concerto":
Material. Bill Laswell, Bernie Worrel.







Domenica 11 febbraio 2012, alle ore 11, al Teatro Manzoni, “Aperitivo in Concerto” presenta uno straordinario evento, l’unica data italiana di Material (con la presenza di strumentisti di eccezionale rilievo come Steven Bernstein, Peter Apfelbaum, Hamid Drake), gruppo ideato e guidato da uno fra i protagonisti, da decenni, di ogni nuova musica a New York e oltre, il celebrato e virtuoso bassista, compositore, produttore Bill Laswell. L’esibizione, nella quale era prevista la presenza della nota cantante etiope Gigi (assente per gravi motivi di salute), sarà arricchita dalla partecipazione di uno fra i più grandi e creativi pianisti e tastieristi sulla scena musicale mondiale, un vero mago delle sonorità più innovative, Bernie Worrell.
Dall’improvvisazione al dub, dall’ambient al jazz, dalle sonorità acustiche a quelle elettroniche, Laswell e i suoi musicisti condurranno il pubblico milanese in un fascinoso viaggio attraverso le arcane tradizioni musicali del mondo, dalla contemporaneità al futuro. Un concerto che già si annuncia imperdibile.




Bill Laswell è un fenomenale alchimista dei suoni, nonché bassista, produttore, compositore e produttore. Si ricordano le sue collaborazioni, dai Golden Palominos a Fela Kuti, da John Zorn a Iggy Pop, da Wayne Shorter a Herbie Hancock, da William S. Burroughs a Sly & Robbie, da Pharoah Sanders a Ginger Baker, da Elvin Jones a George Clinton e Bootsy Collins, da James Blood Ulmer a Nils Petter Molvaer, da Bernie Worrell a Jeff Bova, dai Ramones a Manu Dibango o Zakir Hussain.
Nato a Salem il 12 febbraio 1955, inizia dapprima a suonare la chitarra per poi passare al basso. Trasferitosi a New York nel 1978 forma i Material, una sorta di “outlet” in cui convergono vari esperimenti sonori che vedono mescolati il jazz con l’hip hop e il worldbeat. Con questo progetto Laswell pubblica il suo EP di debutto, Temporary Music nel 1979.
Accanto ai Material, Laswell si dedica anche a una carriera solista, uscendo con Baselines nel 1982, disco che vede la partecipazione di David Byrne, John Zorn e Fred Frith. L’anno successivo è quello della svolta: riesce infatti a entrare nella produzione di Herbie Hancock prima con il brano “Rockit” e poi con l’album Sound-System che vince un Grammy. Laswell diventa così uno dei musicisti più richiesti suonando con artisti come Mick Jagger, Peter Gabriel e Laurie Anderson.
Nel 1986, Laswell fonda con il chitarrista Sonny Sharrock il gruppo Last Exit (di cui fanno parte il sassofonista Peter Brötzmann e il batterista Ronald Shannon Jackson) pubblica un altro LP solista, Hear No Evil del 1988; l’anno successivo – dopo un periodo di silenzio – viene ripreso il progetto Material, che nel 1989 realizza Seven Souls.
Nel 1990, forma una propria etichetta, la Axiom, per esplorare i suoi interessi verso sonorità nuove della techno e dell’ambient. In questi stessi anni continua ad affiancare l’attività del musicista con quella del produttore, curando collaborazioni con Dub Syndicate, Pete Namlook e DJ Spooky.
Nel 2004, Laswell firma con la Sanctuary Records e nel 2004 esce Dub Massive: Chapter One, seguito l’anno successivo da Chapter 2. The Only Way To Go Is Down viene invece pubblicato nel 2005.
Nell’aprile 2008 viene pubblicato Lodge. Nel 2010 crea l’etichetta Method of Defiance Technologies, con cui estende la sua sterminata discografia, sempre vibrantemente creativa. Nulla è vero, tutto è concesso, è il motto prediletto dal musicista. Come scrive Luca Gricinella su Drome (Maggio 2005): A prescindere dai gusti personali e dalla riuscita delle sue produzioni, chi segue la musica non può ignorare Bill Laswell, uno di quei personaggi per cui molto difficilmente non si nutre rispetto. Laswell innanzi tutto è un bassista, ma capace di manipolare i suoni con grande abilità e la cui dote principale è un eclettismo giramondo che ha come prima conseguenza il riconoscimento di un unico genere musicale: la Musica. Entrato nella mischia sonora nella seconda metà degli anni Settanta, Laswell non può che essere figlio della New York più viva, attenta, curiosa e sempre pronta a dare il passo al tempo, quanto meno per poi tenerlo in quei brevi periodi (istanti?) in cui non si creano le condizioni per reinventare.


Attivo anche come produttore e remixer, il Nostro ha rivisitato, fatto svoltare, conoscere e contribuito a far tornare alla ribalta molti artisti e altrettanti stili ma, rischio di chi si mette continuamente in gioco, il suo lavoro ha suscitato anche critiche e controversie non isolate. La sua prolificità spesso associata al prefisso iper è parente della stessa ostinazione presente in molte delle sue ritmiche, come quelle di Equations of Eternity, progetto messo su insieme a Mick Harris e all’italiano Eraldo Bernocchi.
E tra le definizioni già coniate per circoscrivere la personalità di questo vero e proprio attivista artistico, si possono trovare “sciamano hi-tech” (vedi il fu World Music Magazine), “nomade telematico” (The Wire), o ancora il “Dio Trickster della scena musicale sperimentale di New York” (Pitchfork); quando invece è toccato a lui definirsi, si è sbilanciato giusto con “una persona che cerca di essere creativa”. Se parla così non c’entra solo la modestia, ma anche una dichiarata avversione alle parole che vogliono classificare: avversione che, dopo aver ascoltato parte della sua musica (difficile fare l’en plein), viene automatico accostare all’attributo naturale.
Tra le altre, Laswell ha inciso per etichette che viaggiano in alto con la ricerca, su tutte vedi la zorniana Tzadik o la belga Sub Rosa. (…) L’opera di Laswell si è sempre protesa in nuovi territori da esplorare, viaggiando nel tempo e annullando le distanze, riconoscendo paradossalmente il concetto di confine solo in quanto non esperibile. In campo musicale insomma le terre di nessuno sono periodicamente occupate (anche) da Laswell. Un artista che si è mosso, per forza di cose, senza perdere il contatto con la realtà, con la cultura di base delle varie masse, la stessa di cui è sempre più difficile avere coscienza; tutto sempre suggerendo nuove vie praticabili che solo un artista visionario può scovare. Un artista mutante che è certo più facile celebrare: a denigrarlo del tutto sembrerebbe quasi di mancare di rispetto alla musica, di compiere un atto di infedeltà musicale.




George Bernard "Bernie" Worrell, Jr., nasce nel 1944 nel New Jersey. Viene subito riconosciuto come bambino prodigio per le sue abilità legate alla musica: comincia a suonare il piano già all'età di tre anni e si esibisce in pubblico per la prima volta un anno più tardi. Alla sorprendente età di otto anni scrive un concerto e a dieci anni si esibisce con la Washington Symphony Orchestra.
Continua ad approfondire gli studi di musica classica alla Juilliard School di New York e al New England Conservatory di Boston, dove si diploma in pianoforte. Nel 1970, quando è studente al college, suona con un gruppo chiamato Chubby & The Turnpikes, conosciuto in seguito come Tavares. Il batterista della band è Joey Kramer, che lascia nell'ottobre dello stesso anno per poi divenire uno dei membri fondatori degli Aerosmith.
Conosce quindi George Clinton, l'allora leader di un gruppo ddo-wop noto come The Parliaments. Presto Worrell e Clinton (e il loro gruppo di sostegno Funkadelic) si trasferiscono con i The Parliaments a Detroit, nel Michigan, dove diventano i Parliament.
Durante gli anni Settanta lo stesso gruppo di musicisti si esibisce e incide sotto entrambi i nomi di Parliament e di Funkadelic, elaborando contemporaneamente anche diversi altri progetti paralleli, conosciuti collettivamente come Parliament-Funkadelic. Worrell è una delle figure centrali tra i musicisti che ne fanno parte, suona il piano, le tastiere e l'organo in entrambe le formazioni, scrive e arrangia molti dei brani delle band. Il suo sound è uno degli elementi che più caratterizzano le composizioni. Worrell introduce il sintetizzatore di basso elettrico per tastiera nella musica moderna utilizzandolo per la prima volta nella canzone dei Parliament Flash Light.
Mentre la maggior parte dei musicisti funk utilizza tradizionalmente tastiere elettriche come ad esempio l'organo Hammond ed il Fender Rhodes, Bernie Worrell crea il sound distintivo dei Parliament attraverso un sintetizzatore Minimoog. Dopo che gli originari Parliament-Funkadelic cessano di esibirsi nel 1980, Worrell realizza diversi album da solista.




Negli anni Ottanta viene assunto, con altri musicisti provenienti da generi differenti come Adrian Belew, per esibirsi e registrare con i Talking Heads. La sua esperienza e il suo gusto per gli arrangiamenti rafforzano il sound complessivo della band.
Dagli ultimi anni '80, Worrell ha registrato più volte con Bill Laswell. Ha inoltre al progetto Black Jack Johnson (dal nome del pugile Jack Johnson), assieme al rapper Mos Def, al batterista Will Calhoun, al bassista Doug Wimbish e al chitarrista Dr. Know. Appare con la band anche sull'album del 2004 di Mos Def, The New Danger.
Worrell si è unito anche al bassista Les Claypool, al chitarrista Buckethead e al batterista Bryan Mantia per formare i Colonel Claypool’s Bucket of Bernie Brains. Worrell appare nel film documentario Moog del 2004, assieme al pioniere della musica elettronica Robert Moog, inventore del sintetizzatore Moog, e altri interpreti di questo strumento.
Il suo ultimo progetto è Baby Elephant, una collaborazione con Prince Paul (membro dei Stetsasonic e produttore dei De La Soul) e Don Newkirk. Nell'album Turn My Teeth Up!, pubblicato l'11 settembre 2007, compaiono anche George Clinton, Shock G, Yellowman, Reggie Watts, Nona Hendryx, David Byrne e Gabby La La. Nel 2005 esce "Stranger: Bernie Worrell on Earth", il film documentario sulla sua vita e sulla sua musica.



martedì 6 marzo 2012

Altheo "Design Gran Bretagna": Jane Dillon.

Altheo "Design Gran Bretagna": Jane Dillon.
Designer di mobili.



La parola d'ordine"internazionalità", diffusa sull'attuale scenario del design, si è concretizzata nella carriera di questa professionista del design, Jane Dillon, che negli anni sessanta aveva studiato al Royal College of Art, all'inizio degli anni settanta lavorava nel reparto design della leggendaria azienda italiana di macchine per ufficio Olivetti, in un reparto che a quei tempi era diretto da Ettore Sottsass.
Oggi tra i committenti del suo studio, situato nel centro di Londra, vi sono nomi altisonanti come Amat (Spagna), Cassina (Italia), Herman Miller ( Stati Uniti), e Thonet (Germania).
Lo studio della Dillon è apprezzato a livello internazionale per un semplice fatto, e cioè la forma dei suoi mobili, siano questi destinati all'ufficio o alla casa, è il frutto di una miscela esplosiva di tecnologie e nuovi materiali.




Jane Dillon si è specializzata in poltrone, divani e sedie, l'ambito più nobile di componenti d'arredo.
Particolarmente apprezzata è stata, per esempio, la sua serie di  poltrone Multipla, realizzate in resina espansa lavorata a freddo e ideata all'inizio degli anni novanta con Peter Wheeler.





Vita

1943 Nasce a Manchester.
1965 Studia arredamento al Manchester Polytecnic.
1968 Studia al Royal College of Art: lavora per Knoll International UK e per Olivetti sotto la direzione di Ettore   Sottsass.
1971 Lavora per Terence Conran.
1972 Lavora per Disform, Spagna.
1977 Collabora con Habitat.
1978 Consulente per Wolff Olins.

Opere

1968 Linea di mobili Synthesi 45.
1971 Lampada Tallo Lights.
1972 Lampadario Cometa.
1992 Linea di poltrone Multipla per Kron.





giovedì 1 marzo 2012

Altheo "Tribute": Lucio Dalla.

Addio Lucio.





Lucio Dalla è morto.
Il cantante bolognese è stato colpito da attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per alcuni concerti. Avrebbe compiuto 69 anni il 4 marzo. Nel giorno della sua scomparsa, le note delle canzoni più famose riecheggiano dalla casa bolognese del cantautore, nella centralissima via D'Azeglio.
Le persiane del grande appartamento sono chiuse, ma dalle finestre del palazzo escono le note di alcuni dei suoi successi più famosi, come Caruso e Canzone. Il portone comincia a riempirsi di fiori.
Il malore è arrivato all'improvviso. Nessuna avvisaglia, «stava bene. Lui e Mondella si sono sentiti ieri sera dopo il concerto di Montreaux: era contento di come era andato il concerto. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione, un paio di telefonate», poi il malore.
Così, dalla Midas Promotion, società di comunicazione nel mondo della musica e dello spettacolo fondata da Michele Mondella, la sua assistente ricorda, al telefono, le ultime ore di Lucio Dalla.
In via D'Azeglio, sotto casa di Dalla, la gente si ferma per ricordare il cantante. E alle vetrine dei negozi è comparso un cartello con la scritta «I residenti e commercianti di via d'Azeglio piangono la scomparsa dell'amico Lucio». L'idea è partita da Pierluigi Sforza dell'Ascom e titolare del monomarca Swatch: «Lucio entrava nei nostri negozi come si va da un amico».
Sforza, come il titolare dell'abbigliamento «Donati» e il parrucchiere «Vittorio» lo accoglievano spesso. «Non so ancora se il giorno del funerale chiuderemo le serrande - aggiunge Sforza - stiamo pensando anche a chiudere, ma è ancora presto.




Di sicuro, andremo al funerale come si va a un funerale di un amico».
Parlano di lui come di un amico anche il titolare di Donati e il parrucchiere Vittorio: «Era una persona sempre generosa, mai sfuggente» dice il primo. «Eravamo amici da una vita, sono rimasto di sale», aggiunge Vittorio.
La notizia, circolata inizialmente in rete, ha lasciato sgomenta la sua Bologna. «L'ho sentito ieri sera, è vivissimo»: non ci può credere Roberto Serra, amico storico di Dalla e fotoreporter di professione, non voleva credere alle notizie che arrivano da Montreux. «Non è possibile, ripete Serra, mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso.
Era contento per un'intervista che gli avevano fatto e per il tour europeo che aveva appena cominciato. Diceva che era emozionante ritrovare i luoghi di un analogo tour di trent'anni fa e di trovare, pur nella diversità delle situazioni, la stessa positiva risposta di pubblico di allora.
Era a Zurigo, Stava andando a Montreux, era felice». È stato il suo ultimo viaggio.






Video: Lucio Dalla, Pavarotti: Caruso.