Per diventare come lei dovete vestirvi immaginando di suonare jazz.
Nelle ultime settimane avrete forse visto in tv o sui cartelloni la pubblicità del nuovo modello Citroën DS 3 e ne avrete notato la testimonial piuttosto insolita: una signora di 94 anni vestita in modo colorato ed eccentrico. Probabilmente non la conoscete: si chiama Iris Apfel, è una famosa collezionista, arredatrice di interni, imprenditrice e, come dice lo spot, “un’icona nel mondo della moda”, con 195 mila followers su Instagram. Lei invece si definisce con autoironia e understatement una “starlet geriatrica”. Stilisti, modelli e giornalisti di moda la apprezzano per il suo stile originale e ridondante, che mette insieme collane e bracciali appariscenti, colori brillanti, stampe ricercate, pellicce vistose: in breve la cosa più distante dallo stile minimal che potete immaginare. L’altro segno distintivo di Apfel sono i grandi occhiali tondi che indossa sempre.
Nello spot Apfel dice «Una volta qualcuno mi ha detto “Non sei bella e mai lo sarai, ma non importa, tu hai qualcosa di meglio: tu hai stile”». La frase allude alle qualità della Citroën DS 3, ma ad Apfel venne detta davvero quand’era giovane dalla proprietaria di Loehnmann’s, un grande magazzino di Brooklyn, a New York. Questo aneddoto e buona parte della storia di Apfel sono stati raccontati in un apprezzato documentario del 2015 (disponibile su Netflix) diretto dal regista Albert Maysles e intitolato Iris.
Iris Barrel (il suo cognome da nubile) è nata il 29 agosto 1921 nella zona di Astoria del quartiere Queens, a New York, da genitori ebrei: il padre Samuel Barrel possedeva un’azienda di vetri e specchi e la madre Sadye una boutique di moda. Apfel studiò storia dell’arte alla New York University e frequentò la scuola d’arte dell’università del Wisconsin. Lavorò per la rivista Women’s Wear Daily, per la designer di interni Eleanor Johnson, e come assistente dell’illustratore Robert Goodman.
Apfel è il cognome del marito Carl, che incontrò nel 1948 e sposò un anno dopo: con lui fondò nel 1950 l’azienda tessile Old World Weavers, che diressero insieme fino al 1992, quando la cedettero all’azienda tessile Stark. Apfel ha raccontato che all’epoca lei e il marito andavano sempre due volte all’anno in Europa, viaggiando con bauli lunghi alcuni metri, per portarsi a casa tessuti e chincaglierie (che ora riempiono le sue case di Palm Beach e New York, oltre ad altri magazzini in città). La Old World Weavers si occupava soprattutto di riproduzioni di tessuti, dal XVII al XX secolo, e divenne famosa nel settore per aver arredato la Casa Bianca per nove presidenti: Harry Truman, Dwight D. Eisenhower, Richard Nixon, Gerald Ford, John F. Kennedy, Lyndon B. Johnson, Jimmy Carter, Ronald Reagan e Bill Clinton.
Apfel divenne famosa nel mondo della moda nel 2005. Harold Koda, curatore del prestigioso Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York, si ritrovò a dover sostituire una mostra cancellata all’ultimo momento, e decise di esporre gli abiti e gli accessori collezionati da Apfel: ne venne fuori una delle esposizioni di maggior successo del museo, intitolata “Rara Avis: The Irreverent Iris Apfel”. È molto raro che il Costume Institute dedichi una mostra a una singola persona, soprattutto se non è una stilista e se è ancora in vita: prima di Apfel l’aveva fatto solo per la moglie del presidente americano John Kennedy, Jackie Kennedy (nel 2001), e dopo di lei per le esponenti dell’alta società Nan Kempner (2006) e Jacqueline de Ribes (2015). La mostra ebbe molto successo e Apfel è diventata sempre più famosa e apprezzata: ha collaborato con aziende di moda, insegna moda all’università di Austin, in Texas, ed è una presenza fissa delle varie settimane della moda.
Apfel colleziona da sempre vestiti e gioielli: dice di aver comprato la sua prima spilla in un negozietto in un seminterrato di Greenwich Village, quando aveva 11 o 12 anni, pagandola 65 centesimi di dollaro. Da allora ha continuato a bazzicare mercatini e chincaglierie (nel documentario la si vede gironzolare ad Harlem), contrattando il prezzo con i venditori. Non si limita a comprare gioielli a buon mercato ma li mescola con altri lussuosi e molto più cari. La bellezza di un oggetto, dice, non dipende dal prezzo: uno dei suoi anelli preferiti è costato quattro dollari e lo preferisce di gran lunga a uno regalatole dal marito e acquistato da Harry Winston, un prestigioso marchio americano di gioielli.
Il suo interesse per la moda e il design furono ispirati dalla madre che era una grande appassionata di accessori, perché erano facili da abbinare al classico tubino nero: un capo che per la sua versatilità era adatto alla necessità di risparmiare negli anni della Grande Depressione. Ora i vestiti, gli accessori e i gioielli di Apfel riempiono molte stanze dei suoi appartamenti di New York e a Palm Beach, la casa di sua madre e un altro magazzino.
L’idea di stile di Apfel ruota attorno all’idea di unicità, per cui ognuno dovrebbe cercare un proprio stile personale, contrariamente all’omologazione piuttosto diffusa. Cerca di non vestirsi due volte allo stesso modo, e di variare accostamenti ogni volta. «Mi piace improvvisare. Penso sempre che mi piace fare le cose come se stessi suonando jazz. Prova qui, prova là. [..] Mi piace più il processo che mi porta a scegliere cosa indossare, che indossare qualcosa. La cosa più bella è prepararsi per una festa: chissenefrega di andare a una festa. Il punto è vestirsi per andare a una festa».