domenica 7 settembre 2014

Altheo "I racconti di Caterina Gervasi": Come ti rubo la Gioconda.


Come ti rubo la Gioconda.





Un piccolo quadro di 77 cm d'altezza e 53 di larghezza, un piccolo pezzo di legno di pioppo,insomma, il quadro piu' famoso del mondo: La Gioconda di Leonardo Da Vinci.
Pensate che questo capolavoro non puo' essere mai sottratto alla vista del pubblico e siccome il giorno di chiusura del Louvre e' il martedi', la sua manutenzione deve essere fatta tra la sera del Lunedi' e la mattina del Mercoledi'; altrimenti si correrebbe il rischio di irritare i turisti che arrivano da lontano per ammirarlo.
Probabilmente non sapremo mai la vera identita' della donna che raffigura e quindi lascio la questione agli esperti, so solo che essa fece compagnia non solo a Leonardo ma anche a Napoleone che pose il ritratto nella sua camera da letto alle Tuileries e li' ci rimase fino alla sua incoronazione ad imperatore, dopodiche' ritorno' al Louvre.
Ma il 21 Agosto 1911 il trentenne imbianchino italiano, Vincenzo Peruggia, che aveva lavorato al Louvre come pulitore di quadri, tolse la Gioconda dalla sua cornice italiana del XVI sec., dono della contessa di Bèarne, l'avvolse nella giacca e se la porto' via.
Il Louvre rimase chiuso una settimana, il governo licenzio' in tronco il suo direttore, Thèophil Homolle ( che al momento del furto era in vacanza) insieme al responsabile del servizio di sicurezza mentre i custodi furono sottoposti a procedimento disciplinare.





Furono 1350 i sospettati, si ipotizzò il furto ad opera dei tedeschi o di un collezionista pazzo, fu seguita anche la pista del maniaco sessuale. Persino Guillaume Apollinaire venne “incastrato”, l’8 settembre. 
Lui, già poco gradito perché ebreo di origini polacche se la vide brutta. 
Restò dieci giorni in carcere a sfogare la sua rabbia scrivendo delicate poesie a Marie Laurencin, bella pittrice che aveva fama di divoratrice di uomini. 
Anche Picasso, passò un brutto quarto d’ora ma poi entrambi furono rilasciati per assoluta mancanza di prove a loro carico.
La notizia del furto ebbe una vasta eco : La Domenica del Corriere nella sua copertina presentava un disegno con due ladri che portavano via il quadro con la didascalia: “ Come sia stato possibile l'impossibile “, Il Petit Parisien mise la Gioconda in prima pagina quasi tutti i giorni per almeno tre settimane.
Non mancarono frizzi e lazzi all'indirizzo del Louvre: alcune cartoline satiriche,stampate per l'occasione, mostravano Monna Lisa che scappava facendo marameo mentre in un locale equivoco si cantava questa canzone: “ Ehi cocco,dammi un bacio – che non sono schizzinosa.-Mi annoiavo un sacco in quel palazzo-una sera che il guardiano gridava “ chiudiamo “ - gli ho risposto “ il becco” - e me ne sono scappata sola soletta.
Trascorsi alcuni mesi il Louvre ,convinto che il quadro non sarebbe piu' stato recuperato, lo sostitui' con il “ Ritratto di Baldassar Castiglione “ di Raffaello.
Intanto il dipinto si trovava in una scatola sotto un tavolino, nella camera ammobiliata del Peruggia, che si era recato a Londra nel tentativo di venderlo ad un mercante d'arte, tal Joseph Duwen .
L'affare era fallito perche' il Duwen credendo che il Peruggia fosse un millantatore lo aveva cacciato via.





Il recupero del quadro e' da film poliziesco.
Il 29 Novembre 1913 Alfredo Geri, un antiquario di Firenze, ricevette una lettera firmata “ Leonardo” il cui autore affermava di voler restituire il quadro all'Italia.
Geri rispose che voleva vedere il dipinto e cosi “Leonardo” prese il treno ed arrivo' a Firenze il 12 Dicembre, alloggiando presso un modesto albergo di nome” Tripoli e Italia”, oggi ribattezzato “ La Gioconda”.
Geri si presentò con il direttore della galleria degli Uffizi che dopo aver visto il quadro lo prese in custodia per esaminarlo. ( non senza un piccolo incidente, quando la portiera dell'albergo li fermo', convinta che stessero portando via uno dei quadri dell'albergo ). Il Peruggia fu convinto a restare in albergo in attesa delle 500mila lire di ricompensa e venne chiamata la polizia.
La Gioconda rimase a Firenze fino al 19 Dicembre 1913 e poi viaggio' fino a Roma, sotto scorta armata, per essere ufficialmente riconsegnata alle autorita' francesi.
Il 31 Dicembre arrivo' alla stazione ferroviaria di Parigi, dove c'era una numerosa folla ad attenderla.Lucia Manzanic, esperta d'arte, cosi' raccontava il suo arrivo : “ Non riuscivo a vedere molto per via della calca, ma ricordo il profumo,era come stare in profumeria : tutte le signore eleganti di Parigi erano li' riunite per vedere la Gioconda”.
E il Peruggia? .
Venne condannato ad un anno e 15 giorni, pena poi ridotta a 7 mesi e 4 giorni.
Ma le peripezie per la Gioconda non terminarono con il furto. Nel 1956 un pazzo cerco' di distruggere il dipinto con l'acido ed un'altro la colpi' con un sasso.
Da allora il quadro e' custodito dietro un vetro di sicurezza al primo piano del museo ,nell'ala Denon, sala 6.






Caterina Gervasi.