sabato 20 settembre 2014

Altheo "Design": Londra caput design (e architettura).





Londra, si sa, è una città dove è possibile fare qualunque cosa, senza limiti di creatività, un luogo che si rigenera ogni giorno, sperimentando senza paura. E quando si parla di design, la capitale inglese non perde l’occasione per mostrarsi al meglio.
Il London Design Festival è la manifestazione più importante del settore in Inghilterra e aspira, ormai da qualche anno, a contendersi il primato con Milano. Cominciata il 13 settembre, arriva nei giorni clou questo week-end con opening, mostre ed eventi sparsi per tutta la città, mescolando brand storici, nuove realtà imprenditoriali, giovani e vecchi talenti. Mentre sabato e domenica ben 800 edifici saranno aperti e accessibili in occasione dell’Open House - format internazionale nato nel ’92 – che ogni anno apre l’architettura alla città con talk, passeggiate tematiche nei quartieri e tour organizzati.
Da vedere c’è davvero molto, ecco un piccolo elenco di cose da non perdere. Al primo posto c’è il Victoria & Albert Museum, dove alla collezione permanente si mescolano le installazioni create ad hoc per il festival. Ne è un esempio Double Space for BMW,ideata dai designer Edward Barber e Jay Osgerby: due strutture riflettenti, sospese al centro della galleria che ospita alcune opere di Raffaello, creano una dimensione surreale e disorientante. Talento e artigianato sono invece le due componenti che hanno supportato l’iniziativa The Wish List: What I Have Always Wanted Is… in cui giovani designer sono stati invitati a realizzare “ciò che avrebbero sempre voluto a casa ma non sono mai riusciti a trovare” con un unico materiale, l’American Hardwood. I risultati sono esposti in diverse location del museo. E infine, all’esterno, nel John Madejski Garden, trova spazio Crest, scultura progettata dall’architetto anglo-irachenoZaha Hadid su commissione della Meliã Hotels International. Una sottile lama metallica accompagna il contorno sinuoso della piscina creando sulla sua superficie un’onda sinuosa e riflettente.
A rappresentare quanto di meglio, secondo gli organizzatori, la cultura del progetto può offrire, ci pensa designjunction, una mini fiera alternativa che seleziona ed espone brand da tutto il mondo, riuniti nel grande spazio industriale del Sorting Office.




Sulla stessa scia è Tent, che si vanta di esporre “il maggior numero di designer per metro quadro di tutto il festival”: un grande hub che ospita 280 espositori e oltre 40 brand internazionali. Per gli amanti delle fiere tradizionali, invece, c’è sempre 100% Design, la location ufficiale dove le grandi aziende espongono le proprie collezioni.
Ma non ci sono solo grandi spazi espositivi da visitare. Il London Design Festival è anche e soprattutto in città. Sono ben sei i design district che ogni giorno si animano durante le late night. Tra questi un passaggio obbligato è nello Shoreditch Design Triangle, quartiere a nord est della City, tra i più alternativi e vitali della capitale inglese, teatro della scena artistica inglese degli anni ’80 e ’90. Qui è possibile vedere piccole gallerie, brand indipendenti, negozi e giovani designer ad alto tasso creativo.
A segnare ancora di più la presenza sul territorio, in occasione del festival viene realizzato un Landmark project. Quest’anno l’intervento prende il nome di A place called home, un allestimento in collaborazione con la community di Airbnb che ha chiesto a quattro designer – Jasper Morrison, Raw Edges, Ilse Crawford e Patternity studio – di realizzare in scala ridotta, nella centralissima Trafalgar Square, il luogo dove si sentono a casa.
Sabato e domenica, infine, il consiglio è di visitare i luoghi solitamente non aperti al pubblico. Al motto di “revealing great architecture for free” grazie a Open House sarà possibile salire fino all’ultimo piano dei grattacieli che popolano la città come il Leadenhall Building (soprannominato la grattugia), il 30 St Mary Axe (anche detto il cetriolino), la Broadgate Tower e il Lloyd’s Registetr Group building. Tutti accessibili, code permettendo.