domenica 7 luglio 2013

Altheo "Mostre": Guido Crepax, ritratto di un artista. A Milano Palazzo Reale festeggia il papà di Valentina.





Entrare nelle sale di Palazzo Reale, a Milano, e immergersi nella mostraGuido Crepax: ritratto di un artista (che inaugura stasera ed è visitabile fino a settembre) è già essere dei privilegiati. Tavole originali (circa 90) e la miriade di oggetti a lui appartenuti (dalla scrivania ai libri su Trotsky e sulla poesia surrealista francese) raccolti dall'Archivio Crepax, ossia, soprattutto, cimeli di famiglia “saccheggiati” dalla casa paterna dai figli, regalano la sensazione di poterlo persino un po' conoscere Guido. Un autore geniale e innovatore, e molto più eclettico, nella sua produzione, di quanto la memoria comune dica. Il “padre” di Valentina era, anche, illustratore di libri, designer, scenografo ma, soprattutto, un uomo dannatamente appassionato a quello che faceva: lo si capisce guardando i giochi di società che costruiva per il suo diletto e per quello dei figli, enormi plastici con decine di figurine da muovere. Come quello dell'Orlando furioso, «romanzo che leggeva di continuo, anche a mia mamma mentre cucinava», ricorda Antonio, il figlio maggiore, visibilmente emozionato, «e che poi trasformò in gioco da tavolo su cui duelli e incontri d'amore accadono al ritmo di un lancio di dadi».


La mostra, che celebra gli 80 anni dalla nascita e i dieci dalla morte di Guido, nel 2003, è divisa in dieci sale: per ciascuna un tema. Si parte con Milano, la sua città e, anche, la città fondamentale per la sua eroina più famosa, Valentina, icona dell'erotismo colto e sensuale, «un incrocio tra Louise Brooks e mia mamma», ricorda Antonio. Passando per la sala dedicata a lei e alle altre eroine di carta: Belinda, la ragazza yeye degli anni'60 che lottava contro i mangiadischi, ovvero alieni ladri di vinili (in una critica per niente velata alle grandi case discografiche), Francesca, adolescente anni '80 figlia di una famiglia allargata (ché il buon Crepax era, da questo punto di vista, molto tradizionalista), Bianca, la più libera di tutte.
Una sala è poi dedicata alle influenze di moda e design sul disegno: l'associazione tra le tavole e le pagine di riviste dell'epoca lascia a bocca aperta. Straordinario per la sua fantasia, Crepax era infatti anche uncampione di citazioni, un Hitchcock del fumetto. Citava Castiglioni allo stesso modo in cui ricalcava scene e atmosfere da Jules et Jim o daBlow Up, con disinvoltura, libertà stilistica, ironia. Curiosa anche la sala dedicata alla pubblicità, con i disegni di Terry che vuole Verital eDunlopella, una Valentina con casco Dunlop sul caschetto corvino.


C'è poi la sala dedicata alla musica, e alle copertine di dischi realizzate da lui, per gli album di Massimo Ranieri, Peppino di Capri, Nicola di Bari. O per Il mio amico Aldo, 33 giri in cui Dario Fo racconta e Giorgio Gaber suona la chitarra e canta. Ma ci sono anche i consigli di ascolto di Guido, tavole in cui viene espressamente citato, scritto a chiare lettere il brano giusto per accompagnare la lettura, quasi sempre jazz, di cui era un grande appassionato. Così, per esempio, per la storia L'uomo di Harlem, pubblicata da Bonelli, Crepax suggeriva Sippin' at bells di Charlie Parker o Donna Lee.
Sotto i soffitti alti, storici e borghesi dell'Appartamento di riserva è custodito, dunque, un percorso densissimo di storia personale e cultura, decisamente multimediale (Per valorizzare questo aspetto già si prepara (almeno) un concerto jazz in occasione del finissage).
Di più, in proposito, non si sa. Il colosso dell'e-commerce Amazon.itnon si è lasciato sfuggire l'occasione: tutta la saga di Valentina sarà infatti presto disponibile su Kindle Store. Tra gli sponsor della mostra, ancheStudio Universal che, a Palazzo Reale, presenta un Speciale dedicato mentre sul suo canale rende omaggio alla produzione di Crepax con un ciclo di microfilm, animazioni di tavole, dedicate a Valentina.