Per l'occasione Fo ha riprodotto alcune opere: "non volevamo svenare il Comune".
Dario Fo ci riprova. Dopo il successo di Bottega d'Artista, la lezione performance dal vivo associata alla sua mostra lazzi sberleffi e dipinti Lazzi, il Nobel per la letteratura torna in teatro con la moglie Franca Rame, per parlare d'arte. L'occasione questa volta è l'attesissima mostra di Picasso che giovedì 20 settembre aprirà a Palazzo Reale, per la gioia dei 150 visitatori che hanno già prenotato. lezioni spettacolo con "Falso d'Autore.
Mercoledì 19 settembre, alle ore 21.00, la coppia Fo-Rame porterà sul palcoscenico del Teatro Dal Verme una lezione-spettacolo inedita, dedicata all'indiscusso genio della pittura del Novecento e scritta proprio in occasione della mostra milanese, grazie ad un importante sforzo documentativo nelle biblioteche di varie città italiane.
La vita e le opere di Pablo Picasso rivivranno sul palco attraverso un racconto che ne ripercorrerà tutti i periodi: dal rapporto di Picasso con la Commedia dell'Arte, al grande interesse che il pittore catalano nutriva verso l'arte italiana e, in particolare, verso i grandi maestri del Rinascimento, comprese le loro scelte politiche e anche i loro amori.
E non è finita. Per completare il quadro coreografico dell'evento Fo stupirà gli spettatori portando sulla scena anche una serie di tavole di falsi d'autore tratti dai maggiori capolavori di Picasso e da lui rivisitati con la sua "bottega". "Per evitare polemiche con gli eredi del grande artista.
E soprattutto per non essere costretti a sborsare cifre esorbitanti", precisa Fo con la sua solita ironia.
"Durante le prove dello spettacolo - racconta ora il premio Nobel per spiegare come è nata l'idea - all'improvviso è sorto un dubbio, con tutto che noi, come compagnia teatrale, si stia lavorando a vantaggio della mostra stessa: qualcuno ha ricordato che l'agenzia che raccoglie i diritti d'autore per gli eredi di Picasso, in situazioni analoghe ha bloccato la produzione (in un caso addirittura fatto sospendere un film sull'artista già girato e prodotto) con la richiesta che venissero pagati i diritti sulle opere riprodotte.
Nel nostro caso noi mettiamo in scena uno spettacolo completamente aperto al pubblico, a ingresso gratuito, non percepiamo alcun vantaggio economico di sorta.
È come se all'istante, in un'Accademia o in una Università, in seguito a una serie di lezioni su un artista di grande valore, pittore, architetto, musicista... si presentassero gli incaricati della società degli autori per riscuotere una congrua mercè.
È paradossale, infatti non esiste".
E allora lui e la sua compagnia che cosa hanno pensato? Di rifarli. "Abbiamo avuto un'idea, mi permetto di dire geniale - continua Fo -. Sullo schermo non proietteremo opere originali di Picasso ma soltanto riproduzioni rielaborate da me. Come dire, dei falsi. Sui falsi non si può mettere una tassa. Sono sicuro che nell'aldilà, in questo momento, Picasso se la sta ridendo come un matto".
E non ne dubitiamo. Tra l'altro non sarebbe la prima volta che Fo imita Picasso e Picasso... ci scherza su.
Nel '51, lo studente all'ultimo anno di Brera e futuro Nobel inscenò coi compagni una finta visita del pittore a Milano. "Eravamo andati a Parigi a invitarlo e lui promise che sarebbe venuto, ma poi scelse Roma", ricorda Fo. Così si ordì una vendetta in burla sfruttando la somiglianza di un tizio che lavorava in Accademia.
Lo spacciarono per Picasso buggerando giornalisti, salottieri e fan convocati ai filodrammatici per uno spettacolo di clown e jazz, al termine del quale "l'ospite" si tradì con un'imprecazione in milanese, tra l'acclamazione generale.
Il clamore suscitato dall'impresa fu tale che giunse perfino all'orecchio di Picasso in persona, il quale ne rimase talmente colpito da escamare: "Non sapevo che i milanesi fossero così spiritosi, ci andrò". Beh, non proprio tutti lo sono. Ma così fece.
Due anni dopo arrivò con "Guernica", che sarebbe dovuta rimanere a New York fino alla caduta di Franco, nella Sala delle cariatidi sfregiata dai bombardamenti.
L'ironia d'altra parte non mancherà nemmeno nella sua lezione-spettacolo. L'impresa della "falsificazione" è stata, infatti, tutt'altro che facile sul piano artistico e organizzativo perché si è trattato di ridare colore a molti disegni e quadri, cambiar loro le dimensioni, "con i giovani pittori della mia bottega ci siamo rimboccati le maniche: due mesi di lavoro, con la casa invasa dai Picasso... Ho preso così la mano che se anche eseguo la mia firma, scrivo Picasso", scherza Fo. E per fortuna ne ha rifatto solo una selezione.
"Picasso desnudo" racconterà anche di questa genialità prolifica di Picasso che in 90 anni di vita si è inventato come artista e come uomo numerose volte.
"Picasso aveva un amore straordinario per la pittura italiana e anche per il nostro teatro. - sottolinea Fo - Era un appassionato delle maschere del Teatro all'Italiana, tanto che ha riprodotto più volte nei suoi dipinti i personaggi della Commedia dell'Arte a cominciare da Arlecchino che ha riprodotto in tutte le forme, e nelle situazioni più disparate.
Poi c'è la passione di Picasso per Raffaello, gli amori del Maestro di Urbino con la sua Fornarina, che lui porta verso un erotismo esasperato.
Picasso ha realizzato centinaia fra quadri e incisioni sul tema del sesso, dell'amore con gusto ironico e grottesco quasi da pochade (genere di commedia, nata a Parigi nel XIX secolo, strutturata su canovacci di vicende amorose, intrighi e colpi ad effetto, NdB)". In fondo il lavoro che Fo e Rame fanno in queste loro lezioni d'arte consiste proprio nell'aprire nuove porte nel racconto e nel disvelamento degli artisti, come si era già visto in quelle sui grandi del Rinascimento da Leonardo, a Mantegna, a Caravaggio che sono stati tolti dalla leggenda e ritrasportandoli nel loro tempo e nella loro storia. "Picasso, per esempio, è interessante anche dal punto di vista politico, conclude Fo, e non solo per un quadro come Guernica.
È stato uno dei pochi personaggi illustri coerenti durante il franchismo: aveva dichiarato che non sarebbe mai tornato in Spagna finché il regime non fosse stato definitivamente deposto. E così ha fatto".
Questa sera dunque l'ultima occasione per assistere alla lezione-spettacolo con "falso d'autore" che promette di essere molto "frizzante".
L'ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. In concomitanza con lo spettacolo verrà pubblicato un volume che raccoglie il testo dei dialoghi e delle fabulazioni recitate sul palcoscenico, assieme alle duecento immagini che verranno proiettate durante la lezione.
La lezione su Picasso di Dario Fo non è però l'unico evento che la città di Milano ha voluto tributare alla grande mostra. L'Assessorato alla Cultura ha messo sul piatto diversi eventi per "preparare e accompagnare" la città alla terza volta di Picasso a Milano, segno che si crede molto in questa mostra. E, d'altra parte, non potrebbe essere altrimenti visti i numeri delle prenotazioni. Un successo annunciato.
Nella foto di apertura "Le tante vite di Picasso", uno dei 50 dipinti creati da Dario Fo e dalla sua "Bottega".