Altheo People: Eleonora Manca
Eleonora Manca nasce a Lucca nel 1978. Dopo una formazione in Storia dell'Arte (Pisa, 2002) si laurea con il massimo dei voti e dignità di stampa) in Teatro e Arti della Scena presso il DAMS di Torino (2007). La tesi (Icona e scena.
Teatro e arti figurative nelle avanguardie russe) è stata premiata come miglior tesi del corso di laurea nel 2008. Si è occupata di critica e saggistica teatrale, ha tenuto lezioni di Storia del Cinema e Storia del Teatro presso enti pubblici e privati e (dal 2005 al 2007) nell'ambito degli insegnamenti di Storia della Scenografia e Storia del Teatro Russo presso il DAMS di Torino.
Ha collaborato alle attività del Centro Studi di Fenomenologia della Rappresentazione del DAMS di Torinodal 2004 al 2008.
Mediante una ricerca artistica (principalmente di“poesia visiva” - dove la poesia è sempre il risultato di libereversioni da vari poeti incorporate a scritti personali), che ruota attorno l’idea di dare origine a “percorsi alternativi all’esistenza”, queste opere approdano a un universo nel quale emerge la conoscenza diun senso più intimo e immaginario.
Dedali, labirinti nei quali entrare,uscire, perdersi fanno sì che si vengano a creare reticoli checonducono ogni fenomenologia della rappresentazione ad un’unica originaria sorgente la quale, in questo modo, diviene archetipica o,
più semplicemente, come è. Si tratta di lavorare sui rapporti semantici e cognitivi che intercorrono tra immagine, spazio, parola e osservatore. Da sondare è lo spazio che occuperà l’opera; lavorare, esplorare tutti i possibili incastri. In questo modo l’opera non rimarrà relegata a mero abbellimento dello spazio ma si fonderà con esso mediante uno scambio di significati e significanti.
La riflessione sullo spazio – esterno e/o interno – è parte integrante dell’opera d’arte stessa. L’opera d’arte partecipa della dilatazione dello spazio e al contempo lo spazio diviene dilatazione dell’opera.
La riflessione sullo spazio – esterno e/o interno – è parte integrante dell’opera d’arte stessa. L’opera d’arte partecipa della dilatazione dello spazio e al contempo lo spazio diviene dilatazione dell’opera.
La dialettica fuori/dentro diviene quindi un unicum, diviene il percorso per raggiungere una determinata meta (fisica, emozionale). Si tratta di installare sullo stesso piano realtà oggettive, soggettive e la loro narrazionefenomenologica:indagare i rapporti testo-immagine-spazio-gesto significa esporre, isolare, sottolineare i molteplici approcci percettivi.
Nell’avvicinarsi all’opera l’osservatore si trova come all’ interno di un unico “neurone specchio” e il fatto che le opere si
rivolgano direttamente a uno spazio pubblico e privato (un privato che diviene pubblico - archetipico, universale - e al contempo foriero di una relazione percepibile tramite l’esperienza sensoriale resa da de-costruzioni di strutture già preesistenti, di segni che connotano lo spazio e le sue suddivisioni, approfondite, sviscerate) fa sì che ogni applicazione d’atmosfera di spazi su carta (e/o altri materiali) divenga riempimento dello spazio, funzionalizzazione all’epifania dell’
emozione nel contesto che la suscita.